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About punk

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Date

venerdì 09 Settembre, 2022 - 21.00

Gradisca d'Isonzo_Largo Porta Nuova_ Festival InVisible cities

Dopo “Noi siamo il tricheco”, lavoro del 2020 che in versione “urbana” ha indagato il fenomeno della psichedelia nella musica rock degli anni ’60, e “Cosmic Dancer”, del 2021, che rivisita il fenomeno glam della prima metà degli anni ’70,

il terzo capitolo del progetto Rock Revolution, nuovamente progettato da Roberto Cocconi, si inserisce come ultima tappa della trilogia sulla musica della contestazione.

Il progetto complessivo si propone di rivisitare il fenomeno del movimento giovanile che a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 ha prodotto cambiamenti radicali nel costume, dalla musica al cinema all’abbigliamento, nei rapporti sociali e interpersonali, in quelli tra padri e figli.

È il 1977, muore a Memphis Elvis Presley, il re del rock’n’roll. In Italia esplode la protesta del Movimento Studentesco, nascono scontri violenti tra i cortei e le forze dell’ordine nelle maggiori città, viene chiusa Radio Alice, si verificano attentati terroristici, le BR uccidono e gambizzano.

All’inizio quei primi giovani con spille e borchie venivano ritenuti fascisti o comunque individui sospetti a causa del loro look o del loro rifiuto delle correnti di pensiero prevalenti.

Sul fronte musicale, il punk rock è un’autentica rivoluzione che scuote le fondamenta del mondo musicale pop-rock dell’epoca segnato dalla pomposità del progressive rock, dalla chiassosità del glam-rock e dalle tenebrose tendenze cosmiche di provenienza tedesca.

Nell’ambito più ampio dell’arte, l’approccio “do it yourself” si caratterizza dall’uso di mezzi a basso costo e dall’impiego di tecniche in parte improvvisate.

Gli artisti danno vita a immagini forti, scioccanti, ironiche, anticonformiste e dissacratorie, e quindi di rottura con l’esistente.

La fonte d’ispirazione è spesso costituita da avanguardie artistiche, come ad esempio il dadaismo.

Gli artisti punk cercano di criticare e ridicolizzare il potere e la cultura dominante, così come i dadaisti avevano fatto prima di loro di fronte agli orrori della prima guerra mondiale.

Credits

Coreografia:
Roberto Cocconi

Assistente alla coreografia:
Anna Savanelli

Danzano:
Irene Ferrara, Angelica Margherita, Gioia Martinelli, Andrea Rizzo, Anna Savanelli

Musiche:
Ramones, Crass, Skiantos, Tuxedomoon, Faust, Arne Deforce & Mika Vainio

Luci:
Stefano Bragagnolo

Costumi:
Emmanuela Cossar

Produzione:
Compagnia Arearea 2022

Con il sostegno di:
MiC, Regione FVG

Durata:40 min